Eco system, virtual museum

Cos’è la biodiversità

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La biodiversità è l’insieme delle forme con le quali si presenta la vita sulla terra. Può essere espressa come la varietà degli ecosistemi, che a loro volta sono gli habitat nei quali vivono specie di vegetali, animali, miceti, microrganismi. Ciascuna specie, a sua volta, può essere suddivisa in varie popolazioni che al loro interno sono ulteriormente diversificate, in quanto nessun individuo è identico a un altro.

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Una delle stime più utilizzate per esprimere la biodiversità di un territorio è il numero di specie presenti. Spesso è impossibile conoscere in dettaglio questa informazione per tutti i taxa (i gruppi nei quali si suddividono gli organismi viventi), ma si procede per approssimazioni successive studiando la composizione delle comunità per gruppi indicatori meglio conosciuti o, semplicemente, più facilmente studiabili.

L’illustrazione presenta nove specie di farfalle dai colori e forma talvolta simili e talvolta molto diversi ad indicare come la diversità sia vasta ma non sempre facile da individuare.

L’illustrazione presenta nove specie di farfalle dai colori e forma talvolta simili e talvolta molto diversi ad indicare come la diversità sia vasta ma non sempre facile da individuare.

Quante sono le specie viventi?

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Le stime della biodiversità globale sono ancora molto incerte. Sono attualmente circa 1,9 milioni le specie già descritte dagli scienziati e alle quali è stato attribuito un nome scientifico. La maggior parte delle specie descritte è costituita da insetti; i quali a loro volta ospitano comunità uniche di batteri, archea, funghi, alghe e virus, il cosiddetto microbioma, solo in minima parte studiato finora.

Varie specie di funghi, foto macro e al microscopio.

Varie specie di funghi, foto macro e al microscopio.

Sulla base del tasso di accumulo delle conoscenze, sono state fornite diverse stime, una delle quali arriva a suggerire che il numero di specie viventi presenti sulla Terra sia compreso fra 183 milioni e 4,2 miliardi; di questi, fra il 58% e l'88% sarebbero batteri. Ne possiamo dedurre che gli scienziati avranno un bel daffare per riconoscere e caratterizzare tutta questa diversità.

Dov’è la biodiversità

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Le specie viventi sono presenti nella stragrande maggioranza della parte più superficiale della crosta terrestre. Solo le lave incandescenti ne sono prive, mentre altre aree apparentemente non idonee alla vita, come le sorgenti caldissime sottomarine, le profondità oceaniche, le rocce del sottosuolo, le caverne, i suoli del deserto e le superfici dei ghiacciai, ospitano comunque una notevole ricchezza di organismi viventi. Per semplificare, si potrebbe dire che ovunque sulla Terra possa arrivare l’uomo tecnologico, lì c’è vita; ma c’è anche dove difficilmente la nostra specie potrà mai andare a curiosare con le tecnologie attuali.

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Conservation International (conservation.org) definisce 36 "hotspot" di biodiversità, luoghi straordinari che ospitano una grande quantità di specie vegetali e animali che non si trovano in nessun altro luogo. Tutti sono gravemente minacciati da degradazione e perdita di habitat, rendendo la loro conservazione fondamentale nella protezione della natura, a beneficio di tutta la vita sulla Terra.

Conservation International (conservation.org) definisce 36 "hotspot" di biodiversità, luoghi straordinari che ospitano una grande quantità di specie vegetali e animali che non si trovano in nessun altro luogo. Tutti sono gravemente minacciati da degradazione e perdita di habitat, rendendo la loro conservazione fondamentale nella protezione della natura, a beneficio di tutta la vita sulla Terra.

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In generale, il numero di specie viventi non è distribuito uniformemente. Alcuni territori ne ospitano molto più degli altri e vengono definiti “hotspot”, o punti caldi, di biodiversità. Queste sono le regioni terrestri biologicamente più ricche, e sono anche quelle più minacciate. Attualmente ci sono 36 hotspot di biodiversità riconosciuti a livello globale.

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Per qualificarsi come hotspot di biodiversità, un'area deve soddisfare due criteri rigorosi:

  1. contenere almeno 1.500 specie di piante vascolari che non si trovano da nessun'altra parte sulla Terra (conosciute come specie "endemiche");
  2. aver perso almeno il 70 per cento della copertura originale della vegetazione primaria. Nonostante l’alta densità della popolazione umana, l’Italia è ricchissima di biodiversità, ed è parte di uno di questi hotspot, il bacino del Mediterraneo.
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Anche a livello regionale, è possibile distinguere aree più ricche di altre. Per esempio, sono state individuate le Aree Importanti per le Piante nelle Regioni d’Italia.

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A cosa serve la biodiversità

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Noi umani siamo una delle numerosissime manifestazioni della biodiversità e se esistiamo è grazie al fatto che interagiamo con gli altri esseri viventi con modalità molto diverse; alcune addirittura impensabili sino a pochi decenni fa. Ci nutriamo di piante e animali, ne utilizziamo diverse parti per vestirci, costruire le nostre case, per lavorare i campi; abbiamo dei rapporti di simbiosi molto stretti coi microrganismi che vivono nel nostro corpo e senza i quali non potremmo svolgere molte funzioni fisiologiche. Ma soprattutto godiamo del complesso delle funzioni che gli altri organismi svolgono: i cosiddetti servizi ecosistemici.

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La fotosintesi ci garantisce l’approvvigionamento di ossigeno; l’uso a scopo farmaceutico di molte specie di piante e alcuni funghi ci ha garantito una migliore qualità della vita. Anche organismi dai quali, in passato, non ci si aspettava alcun aiuto, sono invece estremamente utili in termini molto peculiari. Per esempio, da una muffa è stata ricavata la penicillina, l’antibiotico che nel corso del XX secolo ha aumentato in misura rilevante la sopravvivenza alle infezioni batteriche. Evitare l’estinzione di una specie significa anche permettere alle future generazioni di trarre dei vantaggi oggi inimmaginabili.

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Quali sono le minacce per la biodiversità

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Le principali minacce per la biodiversità, o in altri termini i fattori di rischio che portano all’estinzione delle specie, sono diversi. Fin dal 1992, nel corso del Summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro, prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull'ambiente, il gruppo di esperti che affianca l’ONU per la discussione dichiarò che le minacce principali erano determinate da:

  1. Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat
  2. Colonizzazione di specie alloctone (ovvero provenienti da altre regioni geografiche)
  3. Innalzamento della temperatura del pianeta
  4. Esaurimento della fascia di ozono
Nell’immagine è illustrato il processo di perdita e frammentazione di un’area ad habitat boschivo a seguito di interventi umani: la creazione di piste da sci, strade e centri turistici, oltre a togliere suolo all’habitat stesso facendolo ivi scomparire, lo riducono a tanti piccoli frammenti impattando sui flussi normali dell’ecosistema.

Nell’immagine è illustrato il processo di perdita e frammentazione di un’area ad habitat boschivo a seguito di interventi umani: la creazione di piste da sci, strade e centri turistici, oltre a togliere suolo all’habitat stesso facendolo ivi scomparire, lo riducono a tanti piccoli frammenti impattando sui flussi normali dell’ecosistema.

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Essere consapevoli del peso di alcune minacce ci può aiutare a cercare e trovare soluzioni ai problemi che gli esseri umani stanno creando. Per esempio, per l’esaurimento della fascia di ozono, si scoprì che essa era dovuta all’immissione recente nell’atmosfera di CFC Cloro-fluoro-carburi, molto utilizzati nei processi di raffreddamento industriali e domestici. 

L’eliminazione rapida dei CFC dalle serpentine dei nostri frigoriferi ha portato a un miglioramento della situazione. Per gli altri fattori, la consapevolezza non basta e occorre procedere con azioni molto più incisive di quanto si stia facendo adesso.